Trenta secondi di luce solare potrebbero aumentare la durata della batteria dei futuri smartwatch e altri dispositivi indossabili di decine di minuti, grazie a un prototipo di batteria rinnovabile e ricaricabile sviluppato dall’Università del Surrey.
L’Advanced Technology Institute (ATI) del Surrey ha dimostrato come il suo nuovo sistema fotoricaricabile, che unisce batterie agli ioni di zinco con celle solari di perovskite, potrebbe consentire ai dispositivi indossabili di tornare in vita senza la necessità di collegarsi.
Jinxin Bi, un dottorando presso ATI e il primo autore dell’articolo, afferma che “questa tecnologia fornisce una strategia promettente per un uso efficiente dell’energia pulita e consente il funzionamento continuo dell’elettronica indossabile senza ricarica plug-in. Il nostro prototipo potrebbe rappresentare un passo avanti nel modo in cui interagiamo con i dispositivi indossabili e altri dispositivi Internet delle cose, come i monitor sanitari remoti in tempo reale”.
Il sistema fotoricaricabile ecologico del Surrey è unico grazie al suo design strutturale elegante e ben abbinato tra la batteria integrata e la cella solare, che gli consente di dimostrare un’elevata densità di energia e volume paragonabile alle micro-batterie all’avanguardia e supercondensatori.
Il dottor Wei Zhang, co-responsabile del progetto ed esperto di celle solari perovskite dell’ATI, afferma che “questo progetto è un esempio di come l’Università del Surrey si dedichi alla produzione di ricerca e innovazione che forniscano all’umanità la conoscenza, gli strumenti e le tecnologie per aiutarci a vivere una vita migliore e più sostenibile”.
Il dottor Yunlong Zhao, co-responsabile del progetto ed esperto di batterie per dispositivi indossabili e impiantabili dell’ATI, afferma che “le caratteristiche uniche del nostro sistema ultraveloce foto-ricaricabile potrebbero promuovere ampie applicazioni nell’Internet delle cose indossabile autoalimentato, autonomo sistemi di alimentazione ed elettronica di emergenza. Inoltre, amplierà la percezione e la comprensione della progettazione della prossima generazione di sistemi fotoricaricabili flessibili miniaturizzati”.
La ricerca è stata pubblicata in Materiali di accumulo di energia.